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Percorsi di Counseling e Coaching

Il counseling transpersonale è il modo in cui ascolto in maniera empatica una persona, comprendo i suoi problemi e trovo la via migliore per risolverli.


Per riuscirci, accanto a un’innata capacità d’ascolto, requisito indispensabile per un buon counselor, ho maturato una lunga esperienza nella comprensione del linguaggio non verbale del corpo, attraverso il quale ciascuno di noi comunica agli altri le proprie emozioni e i bisogni più profondi.

Counseling transpersonale e coaching olistico: ecco come aiuto le persone a raggiungere una consapevolezza dell’Io più piena e appagante.

Alla base del mio counseling ci sono l’ascolto, l’osservazione e l’analisi. L’ascolto, la disponibilità e l’empatia non sono una tecnica, ma un modo di essere: sono le vie attraverso cui stabilisco un contatto diretto e di fiducia con le persone.

L’ascolto basato sull’empatia mi consente di predisporre animo e mente all’osservazione di una persona, oltre ad assicurarmi la possibilità di delineare un quadro generale e realistico della sua situazione: solo dopo aver capito chi ho di fronte, quali strutture sociali e culturali si porta addosso, sono in grado di fargli vedere chi realmente è, quali sono le sue caratteristiche, i tratti distintivi della sua personalità.

L’osservazione e la diagnosi che svelano le peculiarità distintive di ciascuno di noi mi spingono a prendere per mano ogni persona per accompagnarla lungo la Quarta Via, un cammino a volte tortuoso, ma sempre vivifico e illuminante. Il cammino della conoscenza, della riscoperta e del riconoscimento del proprio Io e della propria essenza.

Se un individuo è in difficoltà, è sotto stress o ha subito un evento traumatico, l’incontro può svolgersi mediante qualsiasi forma di comunicazione, anche se il lavoro vero e proprio non può che realizzarsi vis a vis. Ogni incontro può avvenire o presso il mio studio oppure presso una location scelta dal cliente, dipenderà dal budget che si ha a disposizione.

Il primo incontro non dura mai meno di due ore perché è indispensabile che vi sia un’interazione profonda, attraverso la quale io posso afferrare il tipo di cliente che ho di fronte e testare la sua personalità. Sin dalla prima sessione mi muovo sia dal punto di vista razionale che emozionale. Dopo il primo incontro i successivi hanno una durata di 1/2 ore, secondo i casi, e durante ciascuno di essi assieme al cliente prenderò in esame una situazione critica del suo vissuto, per analizzarla.

Dopo l’analisi avviene la destrutturazione, fondamentale per comprendere le ragioni e le cause scatenanti; conclusa la fase in cui si smonta il pathos dell’evento traumatico, si passa alla traduzione positiva dell’evento, il quale assumerà da qui in poi un significato diverso e non più turbante. In poche parole, attraverso questo metodo vado a distruggere una credenza legata ad un’emozione vissuta, per ricostruire un percorso fatto di risorse adeguate e rintracciabili nel vissuto del cliente stesso. Se un evento ha segnato in maniera negativa e traumatica la vita di un individuo, ogni volta che si ripresenterà l’occasione l’inconscio ricorderà alla mente che è necessario replicare lo stesso effetto e le stesse emozioni, perché ha bisogno di quel pathos a cui quell’evento è legato nella memoria.

Dopo aver individuato l’evento, e averlo guardato in faccia, io faccio in modo che il cliente lo depotenzi, e sia in grado di legare alla stessa situazione una condizione energetica emotiva gratificante. Per questa ragione, il contatto e lo scambio energetico sono tutto.


articolo a cura del
Dott. Mauro Manieri
Psicologo

Psicologo ad Asti, Rolo e Lido di Camaiore
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